Machu Picchu a rischio: il nuovo aeroporto minaccia il tesoro Inca.

Iniziati i lavori a Chinchero, fra Cusco e il famoso sito Unesco. Il nuovo scalo porterà i turisti più vicino, ma rischia di mettere a repentaglio il futuro dell’area.

Puo’ la posa della prima pietra (di un aeroporto) significare la fine delle antiche pietre di una delle sette meraviglie del mondo moderno? A questa domanda, archeologi, storici e ambientalisti rispondono sì, preoccupati per il futuro dell’incantevole Machu Picchu. La straordinaria città Inca che sorge nella valle di Urubamba in Perù da anni sta infatti soffrendo: è minacciata dal cambiamento climatico, che con umidità e piogge mette a rischio la tenuta dei templi ed è soprattutto invasa da un turismo di massa pressante. Tanto è vero che il governo ha recentemente imposto un tetto massimo giornaliero a quota 2.500 ospiti. Quando fu realizzata dagli Inca, ipotizzano gli archeologi, le costruzioni dell’isolatissima «montagna vecchia» furono pensate per circa 400 abitanti e un massimo di 1500 persone riunite. Oggi, ogni giorno, fino 6000 persone suddivise in turni sono arrivate a visitare questo eccezionale patrimonio dell’Unesco. Sono talmente tanti i turisti che è stato necessario realizzare ingressi a turno di circa 3-4 ore l’uno e limitare gli accessi, proprio da questa mattina, per alcuni templi come quello del Sole.

Puo’ la posa della prima pietra (di un aeroporto) significare la fine delle antiche pietre di una delle sette meraviglie del mondo moderno? A questa domanda, archeologi, storici e ambientalisti rispondono sì, preoccupati per il futuro dell’incantevole Machu Picchu. La straordinaria città Inca che sorge nella valle di Urubamba in Perù da anni sta infatti soffrendo: è minacciata dal cambiamento climatico, che con umidità e piogge mette a rischio la tenuta dei templi ed è soprattutto invasa da un turismo di massa pressante. Tanto è vero che il governo ha recentemente imposto un tetto massimo giornaliero a quota 2.500 ospiti.

Quando fu realizzata dagli Inca, ipotizzano gli archeologi, le costruzioni dell’isolatissima «montagna vecchia» furono pensate per circa 400 abitanti e un massimo di 1500 persone riunite. Oggi, ogni giorno, fino 6000 persone suddivise in turni sono arrivate a visitare questo eccezionale patrimonio dell’Unesco. Sono talmente tanti i turisti che è stato necessario realizzare ingressi a turno di circa 3-4 ore l’uno e limitare gli accessi, proprio da questa mattina, per alcuni templi come quello del Sole.

Eppure, sostengono le autorità peruviane, è tempo per una nuova via di «accesso» al Machu Picchu: un aeroporto dedicato che sorgerà poco distante. Dopo anni di progetti, contestazioni e valutazioni, sono infatti iniziati i lavori dell’aeroporto di Chinchero, zona nel cuore della Valle Sacra, esattamente fra Cusco e Ollantaytambo, cittadina da dove ad esempio si prende il famoso treno e punto di riferimento per arrivare alla città Inca.
L’idea del governo peruviano è quella di realizzare uno scalo (su cui investono coreani e canadesi) che alleggerisca il già congestionato aeroporto di Cusco e allo stesso tempo porti i visitatori ancor più vicino al Machu Picchu e a tutte le meraviglie della Valle Sacra da scoprire. Una soluzione che però allarma archeologi e ambientalisti: non solo le varie rovine della valle potrebbero non reggere l’impatto con le vibrazioni legate al traffico aereo, ma aumenterebbe in maniera significativa anche lo stato di sofferenza proprio del fragile Machu Picchu a causa del turismo. Nel 2017 le rovine sono state visitate da 1,5 milioni di persone, quasi il doppio del limite che l’Unesco ha raccomandato (e per cui l’ente ha minacciato di togliere lo status di «patrimonio dell’umanità»).

Numeri tali, secondo gli archeologi, da mettere a dura prova lo stato di conservazione del sito peruviano già stressato. I bulldozer – riportano alcuni media, tra cui The Guardian – hanno già iniziato a scavare e spostare la terra Chinchero, zona d’accesso alla Valle Sacra, un tempo cuore della civiltà Inca, per realizzare il nuovo aeroporto internazionale.

«Mettere un aeroporto qui lo distruggerebbe» ha raccontato Natalia Majlu, storica dell’arte peruviana all’Università di Cambridge che ha organizzato una petizione contro il nuovo scalo destinato a stravolgere Machu Picchu. Inoltre, andrebbe snaturata anche la chiave stessa di quest’opera meravigliosa: l’isolamento e la difficoltà nel raggiungerla. Chi ha avuto la fortuna di visitare la «vecchia montagna», come veniva chiamata in lingua quechua sa ci infatti che esistono diversi modi per arrivarci ma tutti implicano uno sforzo di tempo, fatica e diverse distanze da coprire. Dai minivan economici e collettivi che partono da Cusco lasciandoti alla centrale «hydorelettrica», per poi farsi più di un’ora di cammino fino a Aguas Calientes, sino a nuovi treni previsti da Cusco, oppure al famoso trenino. Aguas Calientes è la stazione dove arriva il treno da Ollantaytambo e da dove partono i pullman organizzati che portano proprio sotto a Machu Picchu: quasi tutti i viaggiatori che la raggiungono provengono direttamente da Cusco.

Un nuovo aeroporto, molto più vicino ad Aguas Calientes e il Machu Picchu, significherebbe per gli archeologi un accesso molto più «facile» e dunque rischierebbe di aumentare oltremisura i flussi turistici dell’intera area. Nello scalo potrebbero infatti arrivare voli diretti da tutto il Sudamerica o dagli Stati Uniti e, senza più dover passare da Cusco, le presenze turistiche sarebbero incontrollate: non a caso intorno a Chinchero si stanno già sviluppando decine di resort, ristoranti ed attrazioni.
Oltre a giganteschi flussi turistici, i critici temono poi il passaggio degli aerei a bassa quota vicino al parco archeologico di Ollantaytambo, mettendo a rischio e rovine Inca.

Nella petizione per bloccare l’avvento dello scalo archeologi ed esperti chiedono dunque al presidente peruviano Martín Vizcarra di fare un passo indietro e ripensarci. Anche a Chinchero, dove gli abitanti potrebbero trarre benefici economici dal nuovo aeroporto, sono molti i residenti scettici su come questo impatterà sul futuro. Nonostante i dubbi e le proteste, il governo peruviano sembra però non voler tornare indietro.

«Questo aeroporto sarà costruito il prima possibile perché è molto necessario per la città di Cusco», ha detto ad esempio il ministro delle finanze del Perù, Carlos Oliva. «Esiste una serie di studi tecnici che supportano la costruzione». Per Mark Rice, autore di Making Machu Picchu, le preoccupazioni relative alla già iper sfruttata Cusco sono «legittime, siamo al limite, ma il nuovo aeroporto farà un sacco di danni a una delle principali offerte turistiche di Cusco: ovvero la sua bellezza paesaggistica».
Info: La Repubblica.it